RE: mensa e buoni sostitutivi
Ricordo che i buoni pasto non sono un diritto dei dipendenti, ma che come principio di carattere generale si devono evitare condizioni di sperequazione ingiustificata. Tale non è la differenza tra mensa e buono pasto in presenza di una stessa condizione per i dipendenti.
Evidentemente non sono stato chiaro: la sperequazione sussiste, visto che da un lato ci sono dei lavoratori obbligati a usare la mensa con il 33% della spesa a proprio carico, decurtata dallo stipendio, mentre dall'altro ci sono lavoratori che percepiscono l'intero stipendio e in più i buoni pasto. Chi per caso, puramente fortuito (visto che la mobilità interna è pressoché impossibile), si ritrova a lavorare in una sede provvista di mensa guadagna di meno, poiché se fruisce della mensa deve pagarne il 33%, che viene trattenuto sul cedolino (al di là delle regole sugli orari piuttosto complicate e bizzarre, tali per cui se ci si sbaglia pochi secondi ci si ritrova recuperato anche a un anno di distanza il restante 66%, ma questo è un altro discorso); se invece lavora in una sede non provvista di mensa, riceve sempre lo stesso stipendio e oltre a questo percepisce i buoni sostitutivi.
Ma i lavoratori più svantaggiati sono quelli che lavorano in una sede situata entro i 300 metri da una sede provvista di mensa, poiché secondo il regolamento sono obbligati a recarsi per la pausa pranzo presso la sede che ne è provvista ma il tempo di viaggio tra le due sedi non è retribuito. Al riguardo specifico che è notizia proprio di questi giorni la reintegrazione di un dipendente che era stato, secondo il giudice del lavoro, illegittimente licenziato poiché il trasferimento tra sedi deve essere computato nell'orario di lavoro e la fruizione della mensa interna non può essere considerata assenza dal servizio.
Per quanto concerne l'obbligo di effettaure timbratura in uscita per pause brevi, non retribuite, finalizzate al «recupero psicofisico» (e cioè andare in bagno, prendere un caffè o fare uno spuntino), c'è ampia giurisprudenza che le dichiara illegittime (oltretutto vengono decurtati dallo stipendio 15 minuti anche se la pausa dura un solo minuto, con possibilità di recuperare il tempo restante una sola volta e con condizioni capestro), per non parlare del fatto che non viene consentito di effettuare la pausa da videoterminale, che è prevista dalla normativa sulla sicurezza.
dott. Amedeo Francesco Mosca
|