L'articolo 9, comma 2 bis, del DL n. 78/2010 (come convertito dalla legge n. 122/2010) stabilisce tra l'altro che le risorse destinate al trattamento economico accessorio del personale e dei dirigenti non debbano nel triennio 2011/2013 superare quelle dell'anno 2010.
Tale vincolo è stato inteso dal Ministro Tremonti, circolare n. 12/2011, come un vincolo complessivo al fondo (oltre che alla parte stabile), ma con possibilità di variare le singole componenti interne della parte variabile. Vengono poi escluse dal tetto al fondo le risorse "derivanti da incarichi aggiuntivi e dai servizi resi dal personale in conto terzi", formula ambigua ma che non sembra escludere i proventi derivanti da specifiche norme di legge.
I pareri delle sezioni di controllo della Corte dei Conti della Lombardia (n. 109/2011, con riferimento all'articolo 15, comma 2, CCNL 1.4.1999), del Piemonte (n. 7/2011, con riferimento ai proventi derivanti dalle sanzioni per le violazioni al Codice della Strada) e del Veneto (n. 285/2011, con riferimento ai proventi della legge Merloni ed ai risparmi) sembrano escludere aumenti anche delle singole voci della parte variabile.
Il parere della sezione di controllo della Corte dei Conti della Liguria n. 16/2011 espressamente consente che i proventi della legge Merloni possano superare il tetto del fondo 2010.
In questo "guazzabuglio" si consiglia alle singole amministrazioni sia di quantificare il fondo, in modo da avviare la contrattazione decentrata, ma anche di usare un metodo molto prudenziale, assumendo cioè prudenzialmente il metro più rigido.
Cosa ne pensate? E come state affrontando in concreto i problemi applicativi?
Cordiali saluti
Arturo Bianco