Pagamenti > 10.000 euro FRAZIONATI.
Nel mio ente (ma penso un po’ ovunque) accade che la fornitura di alcuni beni o servizi preveda un pagamento che nel complesso supera i 10.000,00 euro ma che comporta una serie di pagamenti periodici di importo inferiore.
La Ragioneria Generale dello Stato, in più circostanze, ha diffidato gli uffici pubblici dall’effettuare artificiosi frazionamenti. Non avendo la presunzione di saper interpretare il pensiero della Ragioneria dello Stato su ciò che è artificioso e ciò che non lo è, ho creduto opportuno considerare necessariamente verificabili tutti i pagamenti che, pur essendo inferiori ai 10.000,00 euro, fossero comunque parte di un compenso contrattualmente dovuto maggiore di 10.000,00 euro. E ciò anche se il contratto già prevede i frazionamenti del pagamento.
In tal senso ho ritenuto di dover inviare ai responsabili dei servizi una comunicazione chiedendo loro di apporre nel dispositivo della determinazione di liquidazione la seguente frase indirizzata alla ragioneria:
«Di dare atto che, preventivamente al pagamento di cui alla presente determinazione, è necessario / non è necessario provvedere alle verifiche di cui al Decreto MEF 18 gennaio 2008 n° 40.»
Ciò in quanto solo chi liquida è in grado di dire se un pagamento inferiore a €. 10.000,00 euro è una parte di un debito complessivamente maggiore.
Alla prova dei fatti la soluzione non ha funzionato perché il sistema di controllo Equitalia (così mi dice il Ragioniere) non accetta verifiche per pagamenti inferiori a 10.000,00 euro. La soluzione tampone ipotizzata è quella di inserire nella casellina dell’importo il valore complessivo del contratto.
Mi rendo conto che la soluzione da me ipotizzata potrebbe essere problematica per gli enti di grosse dimensioni dove i pagamenti sono tanti ogni giorno.
Qualcuno ha già affrontato la questione??
Saluti
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