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Versione completa: Assunzione a tempo indeterminato dirigente art. 110 comma 1 Tuel
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mosca_amedeo_francesco ha Scritto:

Comunque i commi 1 e 2 dell'art. 110 dicono che i requisiti devono essere gli stessi per l'accesso dall'esterno, dunque non dovrebbe essere possibile conferire incarichi dirigenziali ad interim a gente che non abbia anzianità di servizio. Incarichi di dipendenti apicali in posizione di sovraordinazione nei comuni sprovvisti di dirigenza, invece, sì, perché per quelli è sufficiente la laurea (e, anche se molti enti la richiedono, non è necessaria la laurea magistrale; cfr. circolari DFP 6350/2000, 3/2005 e 4/2005, nota MURST prot. 4793/SG del 14/12/2000 e parere UPPA prot. 27780/2008, n. 42/2008).

Perdonami, ma i bandi per incarichi a contratto ad evidenza pubblica per dirigente art. 110 comma 1 Tuel richiedono il seguente requisito:
aver conseguito una particolare e comprovata qualificazione professionale, derivante da:
a. aver svolto, in termini funzionali all’ambito dei lavori pubblici, funzioni dirigenziali per almeno un quinquennio in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private;


E' questo il punto! La comprovata qualificazione professionale, in questo caso, è ammessa anche in realtà NON pubbliche, quindi non necessariamente nella PA.
Quindi uno potrebbe accedere a questo incarico, ma poi... va a casa.
E' impensabile cumulare 5 anni di servizio con incarichi di questo tipo. Vorrebbe dire riceverne 2 o 3.... per poi acquisire semplicemente il diritto a partecipare al concorso per l'indeterminato?
Quello che dicono i bandi non ha molta importanza; bisogna vedere cosa dice la legge.
I bandi potrebbero essere illegittimi; ecco perché esiste il giudice amministrativo.
Ho dato una scorsa al d.lgs. 165/2001 (TUPI) e in particolare a un testo coordinato con modifiche intercorse dal 2017 in avanti, confrontandolo con il TUEL (d.lgs. 267/2000) così come modificato dalla legge 388/2000 e dalla legge 114/2014. Quest'ultimo parla di «comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità nelle materie oggetto dell'incarico», che effettivamente è un'espressione ambigua che, come tale, lascia spazio alla previsione di cui mi parli all'interno dei bandi. Tuttavia, siccome il TUEL rimanda ai requisiti generali previsti dal TUPI, onestamente la richiesta non mi sembra giustificata. Ovviamente, se i controinteressati non propongono ricorso al Tar impugnando la norma essa, dal momento che il bando agisce come lex specialis del procedimento, verrà applicata a meno che l'ente che indice la selezione non la rettifichi avvalendosi del potere di autotutela.

Comunque mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i colleghi.
Ti ringrazio molto per le informazioni, senz'altro utili.
Tuttavia, mi piacerebbe ricevere una risposta alla mia domanda:
un dirigente con incarico a termine, che inizia con ZERO anzianità nella PA (ma comprovata esperienza pluriennale, ecc..), dovrà necessariamente accumulare 5 anni di anzianità di servizio per poter accedere ad un concorso da dirigente a tempo indeterminato?
Come ti ho già detto, Mario, secondo me una persona che non ha mai prestato servizio nella P.A. non potrebbe avere un incarico dirigenziale neanche a tempo determinato, poiché difetta dei titoli che consentono l'accesso ai concorsi per ottenere la qualifica dirigenziale. L'interpretazione che io do del dispositivo di cui alla legge speciale (TUEL) è che non si possa prescindere dai titoli previsti dalla norma generale (TUPI) e in aggiunta ad essi bisogna possedere una comprovata esperienza.
Tuttavia, come pure avevo specificato, l'art. 110 non consente solo di assegnare incarichi di dirigenza a tempo determinato, ma anche di responsabili di servizi o uffici e di incarichi di alta specializzazione privi di qualifica dirigenziale. I responsabili dei servizi e degli uffici, cui compete la direzione degli stessi, possono essere anche dipendenti di categoria D (è la norma negli enti sprovvisti di dirigenza) e, addirittura, di categoria inferiore in quei comuni che sono sprovvisti di dipendenti di categoria D(*).


_______
* art. 17, c. 3, e art. 17, c. 4., CCNL Funzioni locali 21/05/2018; cfr. art. 11, c. 3, CCNL Regioni - enti locali 31/03/1999.
Buongiorno dottore.
Grazie per la risposta. Comprendo la Tua posizione, ma osservo che molti enti locali usano questa formula e, ritenerli tutti bandi illegittimi... mi par strano...
Stiamo comunque parlando di bandi approvati da Direttore Generale e Segretario di Comuni sopra i 100'000 abitanti...
In ogni caso, la Legge, certamente, è sopra a tutto. Concordo pienamente.

Ad esempio, un altro bando che ho trovato, riporta:
Requisiti soggettivi per partecipare alla selezione:
Ai sensi dell’art. 27 del vigente Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi, possono partecipare
alla selezione:
1. I dipendenti delle pubbliche amministrazioni, muniti di laurea specialistica o di laurea conseguita secondo
l’ordinamento antecedente la riforma di cui al D.M. n. 509/1999, che abbiano compiuto almeno cinque
anni di servizio, svolti in posizioni funzionali per l’accesso alle quali è richiesto il possesso di laurea;
2. i dipendenti del Comune di Vicenza con rapporto di lavoro a tempo indeterminato che abbiano maturato
almeno cinque anni di servizio in categoria giuridica D e che siano in possesso di laurea specialistica o di
laurea conseguita secondo l’ordinamento antecedente la riforma di cui al D.M. n. 509/99;
3. le persone, anche al di fuori di un pregresso servizio nella Pubblica Amministrazione, di comprovata
qualificazione professionale, desumibile dal curriculum, in possesso di laurea specialistica o di laurea
conseguita secondo l’ordinamento antecedente la riforma di cui al D.M. n. 509/99, che abbiano,
comunque, svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero in aziende pubbliche o private
maturando, per almeno un quinquennio, concrete esperienze di lavoro di rilevanza pari o almeno di livello
immediatamente inferiore di quelle previste per il posto dirigenziale da ricoprire;

4. le persone che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica
desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche, da comprovato
esercizio professionale, per almeno cinque anni, correlato al titolo di studio richiesto con relativa
iscrizione all’albo, ove necessaria, ovvero che provengano dai settori della ricerca e della docenza
universitaria


Che ne pensi?
Grazie
Un dirigente assunto a tempo determinato ex articolo 110 TUEL non può in alcun modo essere stabilizzato come dirigente. Può sicuramente utilizzare la esperienza così maturata per acquisire punteggio e/o i titoli per partecipare ad un concorso pubblico. Non può essere destinatario, a differenza dei dipendenti a tempo indeterminato dello stesso ente, neppure di una riserva di posti. Ovviamente questa esperienza può essere utilizzata anche, sulla base delle previsioni dei bandi, per concorsi per assunzioni a tempo indeterminato come dipendente
Arturo Bianco
bianco_arturo ha Scritto:

Un dirigente assunto a tempo determinato ex articolo 110 TUEL non può in alcun modo essere stabilizzato come dirigente. Può sicuramente utilizzare la esperienza così maturata per acquisire punteggio e/o i titoli per partecipare ad un concorso pubblico. Non può essere destinatario, a differenza dei dipendenti a tempo indeterminato dello stesso ente, neppure di una riserva di posti. Ovviamente questa esperienza può essere utilizzata anche, sulla base delle previsioni dei bandi, per concorsi per assunzioni a tempo indeterminato come dipendente
Arturo Bianco

Grazie Arturo.
Ma per poter partecipare ad un concorso per dirigente a tempo indeterminato, deve necessariamente aver maturato almeno 5 anni di lavoro nella PA?
Non è un controsenso che un dirigente assunto a tempo determinato ex articolo 110 TUEL non possa partecipare ad un concorso, magari presso l'ente per cui lavora, per dirigente a tempo indeterminato solo perché non ha i 5 anni di anzianità nella PA, mentre i funzionari, magari da lui coordinati, possono ovviamente partecipare?

art.7, comma 1 del D.P.R. 70/2013:
1. Al concorso per titoli ed esami di cui all'articolo 28, comma 1,
del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono essere ammessi
i dipendenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni, muniti di
laurea, che abbiano compiuto almeno cinque anni di servizio o, se in
possesso del dottorato di ricerca o del diploma di specializzazione
conseguito presso le scuole di specializzazione individuate con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il
Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, almeno
tre anni di servizio, svolti in posizioni funzionali per l'accesso
alle quali e' richiesto il possesso del dottorato di ricerca o del
diploma di laurea. Per i dipendenti delle amministrazioni statali
reclutati a seguito di corso-concorso, il periodo di servizio e'
ridotto a quattro anni. Sono, altresi', ammessi i soggetti in
possesso della qualifica di dirigente in enti e strutture pubbliche
non ricomprese nel campo di applicazione dell'articolo 1, comma 2,
del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, muniti del diploma di
laurea, che hanno svolto per almeno due anni le funzioni
dirigenziali.
Sono, inoltre, ammessi coloro che hanno ricoperto
incarichi dirigenziali o equiparati in amministrazioni pubbliche per
un periodo non inferiore a cinque anni, purche' muniti di diploma di
laurea. Sono altresi' ammessi i cittadini italiani, forniti di idoneo
titolo di studio universitario, che hanno maturato, con servizio
continuativo per almeno quattro anni presso enti od organismi
internazionali, esperienze lavorative in posizioni funzionali apicali
per l'accesso alle quali e' richiesto il possesso del diploma di
laurea.


Mentre persone che hanno svolto per almeno due anni le funzioni
dirigenziali presso altri enti pubblici non ricompresi nella PA, possono partecipare ad un concorso a tempo indeterminato nella PA?
Cioè un dirigente a tempo determinato della PA non può partecipare ad un concorso a tempo indeterminato nella PA finché non matura 5 anni di servizio nella PA, mentre per dipendenti di enti pubblici esterni alla PA, che hanno svolto funzioni dirigenziali (magari senza contratto da dirigente) bastano 2 anni?
Caro Mario,

nonostante ci siano ben tre circolari del Dipartimento della funzione pubblica, una nota MURST e un parere UPPA che dicono che la «laurea» del nuovo ordinamento è una sola e non è né breve né lunga né triennale ma si chiama semplicemente «laurea» e si consegue al termine di corsi di durata normale (e non legale, che significa un'altra cosa) di tre anni, e che la laurea magistrale, salvo che sia a ciclo unico, si consegue di norma in due anni dopo la laurea e non in cinque anni, moltissimi enti continuano a proporre bandi che per l'accesso alla categoria D richiedono la laurea magistrale o addirittura «quinquennale».
Addirittura la commissione Ripam del Formez PA ha pubblicato l'anno scorso due bandi per categoria D / area terza molto ravvicinati, uno per una lunga serie di enti (locali e non) e uno solo per tre comuni, per profili simili: in quello a cui aderiva tutta la serie di enti (il famoso concorsone della Campania, per intenderci) richiedeva la laurea c.d. triennale, mentre in quello dei tre comuni richiedeva la laurea magistrale.
In una precedente circostanza un ente pubblico non economico di rilievo centrale aveva richiesto nel bando la «laurea di classe 18 o L-19» e un analfabeta funzionale, che evidentemente non sapeva che una laurea di classe 18 o L-19 potesse essere per definizione solo triennale (le vecchie lauree specialistiche e quelle delle attuali lauree magistrali seguono classificazioni a parte), aveva formulato attraverso apposito canale di contatto un quesito per chiedere se fosse sufficiente la laurea triennale oppure fosse necessario possedere anche quella specialsitica o magistrale (e, come detto, non esistono lauree magistrali di classe 18 o L-19). Tale domanda era finita nelle frequently asked questions e la risposta era che ai sensi della legge 341/1990 si può chiamare laurea solo quella conseguita all'esito di un corso della durata legale non inferiore a 4 anni, altrimenti si chiama diploma universitario e chi lo chiama laurea commette un falso: la lettura di questa cosa mi fece saltare dalla sedia e così mandai una mail in cui mi dichiaravo assai stupito del fatto che gli uffici non fossero a conoscenza di una riforma epocale emanata con decreto MURST 509/1999 (poi corretto dal decreto MIUR 270/2004) in attuazione dell'art. 15, c. 95, della legge 127/1997 e del c.d. processo di Bologna (all'epoca non c'era comunque ancora stata l'equiparazione dei vecchi diplomi universitari e dei vecchi diplomi delle scuole universitarie dirette a fini speciali alle attuali lauree c.d. triennali), il tutto malgrado citassero una classe, concetto introdotto proprio dal decreto MURST 509/1999 e che con il previgente ordinamento neanche esisteva. Con una nonchalance incredibile mi fu replicato che le norme da me citate, da loro comunque non conosciute (!!!!), non abrogavano le precedenti disposizioni (???????): la cosa mi lasciò di stucco, perché veramente non potevo credere che a distanza di tutti quegli anni qualcuno ancora non si era accorto della riforma universitaria; così, ancora in preda allo sbigottimento, rischiai di perdere i sensi quando dovetti prendere atto della sesquipedale ignoranza dell'anonimo individuo (secondo me dipendente o collaboratore di un qualche soggetto privato appaltatore, comunque, e non dell'amministrazione) che aveva dato séguito alla mia accorata manifestazione di stupore. Superato lo sbalordimento, notavo che il messaggio anonimo si concludeva con un consiglio: «se lei ritiene di essere nel giusto presenti comunque domanda». E dunque feci presentare istanza alla persona cui stavo dando una mano, dichiarando il titolo esattamente come compariva sulla pergamena, cioè «Laurea in Scienze dell'educazione, classe delle lauree L-19 (Scienze dell'educazione e della formazione)», che poi era esattamente quello che loro chiedevano nel bando. Questa persona fu regolarmente ammessa a sostenere il concorso, senza riserva alcuna (se non quella, implicita, di riscontro di veridicità delle autocertificazioni).

Potrei raccontarti di altre decine e decine di casi come quello di cui sopra, quali esempi del fatto che la diffusione di un comportamento non implica la sua leceità.

Per esperienza ti dico anche che le dimensioni dell'ente e la correttezza dei bandi sono due variabili indipendenti.
Comunque ti dico che i bandi vanno attentamente letti ed esaminati nella loro interezza, compreso il preambolo, nel quale le amministrazioni sono solite elencare i riferimenti normativi. In caso di dubbi, molto utile è esaminare i riferimenti normativi elencati per verificare se sono stati citati in maniera conferente e, soprattutto, sono aggiornati (spesso mi è capitato di trovare riferimenti a norme obsolete in quanto superate da altre norme di pari tenore, quando non esplicitamente abrogate).

Per il resto mi sento di confermarti quanto detto da Arturo Bianco e ti consiglio, qualora tu sia interessato a entrare stabilmente nella pubblica amministrazione, e voglia farlo da laureato, di dare un'occhiata ai concorsi per la categoria D di regioni ed enti locali o per le corrispondenti aree di inquadramento giuridico degli altri comparti. Tieni presente che nei comuni sprovvisti di dirigenza l'afferenza alla categoria D implica lo svolgimento di mansioni effettive molto simili a quella della dirigenza, con un trattamento economico abbastanza interessante. Poi è chiaro che se invece vai a finire in un ente che ha un dirigente ogni dieci-venti persone la situazione sarà completamente diversa.

Comunque i principali riferimenti normativi sono i seguenti:
- art. 28 d.lgs. 165/2001 e ss.mm.ii.;
- DPR 272/2004;
- DPR 70/2013 (attua l'art. 11 del D.L. 95/2012, conv. in legge 135/2012).
Grazie dottore per la risposta.
Mi sono espresso male; concordo con Te sul fatto che i bandi possano essere errati. Anche se redatti da enti di grosse dimensioni.
Inoltre, sto certamente valutando concorsi per funzionario...
Attualmente sono assunto a tempo indeterminato presso una società a totale capitale pubblico.
Sono iscritto ad un concorso per dirigente a tempo determinato ai sensi dell’art. 110, comma 1, del D.Lgs. n. 267/2000 e, visti gli altri candidati ammessi, mi sto illudendo di avere qualche chance anch'io. La selezione, tuttavia, è "congelata"  da 12 mesi...
Stavo fantasticando sul mio futuro.
Se dovessi vincere questa selezione (o un'altra analoga), mi troverei nelle condizioni sopra esposte.
I passi successivi, sarebbero, continuare a studiare e tentare un concorso a tempo indeterminato. Ma servono dei requisiti per potervi accedere....
Si lasciano da parte i dubbi (non vi sono certezze) sulla possibilità che un incarico dirigenziale a tempo determinato possa essere conferito ad un soggetto che non ha mai svolto attività lavorativa subordinata presso una PA. Il periodo prestato come 110 può essere utilizzato come un requisito per la partecipazione al concorso per dirigente, concorso che deve essere pubblico ed in cui non può essere prevista alcuna riserva per assunti a questo titolo. Per la dirigenza non vi sono disposizioni che consentano la stabilizzazione o percorsi riservati o facilitati per coloro che hanno svolto tale attività a tempo determinato.
Arturo Bianco
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