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Versione completa: Spese
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Invio ai colleghi del forum la deliberazione della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti dell'Umbria, che contiene interessanti criteri circa la spesa di personale.
Attendo vostre riflessioni.
La Corte dei conti dell'Umbria riprende quanto ormai sostenuto dalle sezioni del Piemonte e Veneto. Alle quali si è accodata anche l'Emilia Romagna.
Cioè che la riduzione debba essere effettiva nel 2007 rispetto al 2006.

A me, come ho già avuto modo di sottolineare, pare un'assurdità.

Prendiamo ad esempio il comune della corte dei conti Umbria.
Ha una spesa di personale superiore solamente dello 0.6% rispetto a quella del 2006 eppure viene additato come incapace di una sana gestione finanziaria.

Ed è proprio così.
Secondo le corte dei conti il comma 557:
- è un obbligo effettivo e non di natura programmatica
- la spesa è da ridurre effettivamente rispetto a quella del 2006
- non è neppure possibile togliere gli arretrati contrattuali (vedi corte conti Veneto).

Ora io mi chiedo:
a parità di altre condizioni (stesso numero di dipendenti, stessi contratti, stessto tempo del lavoro) è MATEMATICAMENTE impossibile rispettare rigorosamente e con un calcolo meccanico il comma 557 come ci viene chiesto dalla corte dei conti.

Mi sembra quindi estremamente riduttivo definire il bilancio di previsione di un ente locale “non coerente con una sana gestione finanziaria” alla presenza di spese di personale 2007 superiori a quelle del 2006.
Tanti sono i fattori che entrano in gioco nella valutazioni politiche e gestionali che vengono riportate all’interno del bilancio dell’ente locale. Ad esempio, il comune, potrebbe dimostrare che sì, le spese di personale sono in aumento, ma allo stesso tempo si creano altri risparmi di gestione che diverse modalità di gestione (appalti, esternalizzazioni, …) non avrebbero permesso. Oppure per un ente locale con pochi dipendenti (e tra i comuni sopra i 5.000 abitanti vi sono enti con solamente una ventina o anche meno di lavoratori) sarebbe piuttosto facile giustificare una mancata riorganizzazione di uffici e servizi o riduzione degli uffici di staff, visto che i dipendenti in questione sono appena sufficienti a garantire i servizi istituzionali.
Inoltre, se davvero si tratta di prendere la spesa del 2006 e confrontarla con le previsioni del 2007, senza alcuna deroga di calcolo (vedi arretrati), a parità di condizioni (stesso numero di dipendenti, stesse tipologie di rapporto di lavoro, stesso tempo del lavoro) sarebbe matematicamente impossibile rispettare i dettami del comma 557, senza peraltro aver creato una malsana gestione finanziaria.

Insomma... non sono convinto di questa interpretazione.

Il comma 557 rimane per me di natura programmatica nella individuazione delle spese con gli unici limiti delle norme precedenti in materia di programmazione delle risorse umane (L.448/97, DLgs 267 e Dlgs 165). In sintesi gli unici interventi a dimostrazione di una riduzione di spesa devono avvenire su dotazione organica e fabbisogno triennale e non da un mero calcolo come era richiesto con il comma 198.


Condivido pienamente quanto segnalato dal collega Bertagna e sono convinto che solo chi sta "in prima linea" o "in trincea", come noi dirigenti o funzionari comunali, possa realmente capire e prevedere la portata pratica di una norma o di una interpretazione.
Il mio sfogo non è fine a se stesso, ma tende alla speranza che i controllori, gli interpreti ed i giudici non si ergano su un piedistallo al di sopra delle trincee, come osservatori privilegiati, dicendo ciò che va fatto e ciò che non va fatto, ma si rendano conto, prima del dire, delle influenza operative e pratche di ciò che si accingono a dire.

Saluti e scusate per lo sfogo fupori dalle righe.
G.Cascone
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