30-08-2021, 08:09
Buongiorno.
Vi spiego sommariamente la mia situazione.
Nel 2016, in séguito a vincita di concorso per funzionario amministrativo cat. D, sono venivo assunto dalla Regione Toscana, che mi inquadrava nella prima posizione economica di tale categoria. Altri enti facevano la distinzione tra istruttore direttivo, che veniva inquadrato inizialmente in D/1, e funzionario che veniva inizialmente inquadrato in D/3, ma tale distinzione in Regione Toscana risultava superata già da diversi anni. La mia matrice professionale era la seguente: qualifica "funzionario" - famiglia amministrativa - profilo professionale "funzionario amministrativo" - profilo di ruolo "funzionario gestione amministrativa".
In questi anni sono stato comandato a prestare servizio presso l'Automobile club d'Italia, in cui sono stato inquadrato in area C (corrispondente alla categoria D di regioni e autonomie locali), livello economico 1 (corrispondente alla posizione economica D/1), con la qualifica di funzionario di amministrazione.
Sennonché sono risultato idoneo in due procedure di mobilità verso un ente locale di area vasta, il quale però non le ha espletate direttamente ma le ha fatte precedere da una sorta di periodo di prova in «assegnazione temporanea finalizzata alla mobilità definitiva» (cito testualmente dalla richiesta avanzata nei confronti della Regione Toscana). L'avviso di mobilità riportava «istruttore direttivo/ funzionario» e io avevo dichiarato di essere funzionario.
Finché sono stato nel regime provvisorio non ci sono stati problemi. Il primo giorno mi inquadrarono come istruttore direttivo ma è bastato richiamare l'inquadramento nell'ente di provenienza perché correggessero la dicitura. L'unico problema è che mi avevano escluso dall'attribuzione delle posizioni organizzative perché per esse bisogna avere un'anzianità di tre anni di cui almeno due nei ruoli (e dunque non in comando o assegnazione temporanea) dell'ente stesso. Tale norma è palesemente illegittima, ma per il momento avevo deciso di soprassedere: essendo mio interesse che venisse espletata la mobilità, nelle more di ciò ero disponibile ad accettare una situazione di 'minorità', nella consapevolezza che fosse transitoria.
Ora, a distanza di circa un anno, l'assegnazione temporanea sta finalmente evolvendo nel trasferimento dai ruoli dell'amministrazione cedente a quelli dell'amministrazione cessionaria, ma si è manifestato un grosso problema: in sostanza quest'ultima, che vuole farmi sottoscrivere un nuovo contratto anziché subentrare in quello in essere con la Regione Toscana mediante l'istituto di cui all'art. 1406 cod. civ., sostiene di non potermi inquadrare come funzionario in quanto all'interno di essa sussiste ancora la distinzione tra istruttore direttivo e funzionario a seconda dell'inquadramento iniziale in posizione economica D/1 o D/3 e tra le due figure vige un rapporto di subordinazione gerarchica (ancorché funzionalmente, di fatto, facciamo le stesse cose), ragion per cui non potrò mai avere una posizione organizzativa poiché esse andranno sempre prioritariamente assegnate a chi partiva da D/3 a meno che questi non rinunci. E, siccome nei profili amministrativo ed economico-finanziario sono praticamente tutti D/3 iniziali, io costituirei una piccola minoranza schiacciata tra gli istruttori ( C ) e i funzionari (D/3) con trattamento economico uguale a questi ultimi ma in posizione a loro subordinata.
L'ufficio del personale mi dice che il problema non è superabile perché, anche se con la prossima progressione orrizzontale passerò a D/3 (quest'anno, mi pare ad aprile, sono diventato D/2 con retroazione da gennaio), comunque sono nativo D/1. Ovviamente non è possibile la progressione verticale (tra l'altro progressioni verticali da D/1 a D/3 non si sono mai sentite) né si possono indire nuovi concorsi in quanto a partire dal CCNL 2018 l'inquadramento iniziale da D/3 (che comunque molti enti, tra cui la Regione Toscana, avevano abolito già da anni) non è più ammesso. A mio avviso però la regola al riguardo contenuta nel CCNL 2018 ha valore retroattivo in quanto non si tratta di norma prescrittiva, ma di interpretazione autentica: in sostanza si dice (o meglio si ribadisce) che la distinzione D/1 e D/3 riguarda solo chi era stato assunto con il previgente regime, che distingueva le qualifiche funzionali di accesso alla carriera direttiva in VII e VIII, mentre i nuovi ingressi sono ammessi solo da D/1, ferme restando le posizioni soggettive di coloro che, in questi anni, sono stati fatti partire da D/3.
Ora, secondo voi, cosa posso fare per superare questo problema?
Il mio timore è quello di dovere abbandonare completamente l'idea di poter transitare nei ruoli di un'amministrazione statale (ministero, agenzia fiscale etc.), poiché, una volta declassato a istruttore direttivo, non potrò tornare a essere funzionario.
Vi spiego sommariamente la mia situazione.
Nel 2016, in séguito a vincita di concorso per funzionario amministrativo cat. D, sono venivo assunto dalla Regione Toscana, che mi inquadrava nella prima posizione economica di tale categoria. Altri enti facevano la distinzione tra istruttore direttivo, che veniva inquadrato inizialmente in D/1, e funzionario che veniva inizialmente inquadrato in D/3, ma tale distinzione in Regione Toscana risultava superata già da diversi anni. La mia matrice professionale era la seguente: qualifica "funzionario" - famiglia amministrativa - profilo professionale "funzionario amministrativo" - profilo di ruolo "funzionario gestione amministrativa".
In questi anni sono stato comandato a prestare servizio presso l'Automobile club d'Italia, in cui sono stato inquadrato in area C (corrispondente alla categoria D di regioni e autonomie locali), livello economico 1 (corrispondente alla posizione economica D/1), con la qualifica di funzionario di amministrazione.
Sennonché sono risultato idoneo in due procedure di mobilità verso un ente locale di area vasta, il quale però non le ha espletate direttamente ma le ha fatte precedere da una sorta di periodo di prova in «assegnazione temporanea finalizzata alla mobilità definitiva» (cito testualmente dalla richiesta avanzata nei confronti della Regione Toscana). L'avviso di mobilità riportava «istruttore direttivo/ funzionario» e io avevo dichiarato di essere funzionario.
Finché sono stato nel regime provvisorio non ci sono stati problemi. Il primo giorno mi inquadrarono come istruttore direttivo ma è bastato richiamare l'inquadramento nell'ente di provenienza perché correggessero la dicitura. L'unico problema è che mi avevano escluso dall'attribuzione delle posizioni organizzative perché per esse bisogna avere un'anzianità di tre anni di cui almeno due nei ruoli (e dunque non in comando o assegnazione temporanea) dell'ente stesso. Tale norma è palesemente illegittima, ma per il momento avevo deciso di soprassedere: essendo mio interesse che venisse espletata la mobilità, nelle more di ciò ero disponibile ad accettare una situazione di 'minorità', nella consapevolezza che fosse transitoria.
Ora, a distanza di circa un anno, l'assegnazione temporanea sta finalmente evolvendo nel trasferimento dai ruoli dell'amministrazione cedente a quelli dell'amministrazione cessionaria, ma si è manifestato un grosso problema: in sostanza quest'ultima, che vuole farmi sottoscrivere un nuovo contratto anziché subentrare in quello in essere con la Regione Toscana mediante l'istituto di cui all'art. 1406 cod. civ., sostiene di non potermi inquadrare come funzionario in quanto all'interno di essa sussiste ancora la distinzione tra istruttore direttivo e funzionario a seconda dell'inquadramento iniziale in posizione economica D/1 o D/3 e tra le due figure vige un rapporto di subordinazione gerarchica (ancorché funzionalmente, di fatto, facciamo le stesse cose), ragion per cui non potrò mai avere una posizione organizzativa poiché esse andranno sempre prioritariamente assegnate a chi partiva da D/3 a meno che questi non rinunci. E, siccome nei profili amministrativo ed economico-finanziario sono praticamente tutti D/3 iniziali, io costituirei una piccola minoranza schiacciata tra gli istruttori ( C ) e i funzionari (D/3) con trattamento economico uguale a questi ultimi ma in posizione a loro subordinata.
L'ufficio del personale mi dice che il problema non è superabile perché, anche se con la prossima progressione orrizzontale passerò a D/3 (quest'anno, mi pare ad aprile, sono diventato D/2 con retroazione da gennaio), comunque sono nativo D/1. Ovviamente non è possibile la progressione verticale (tra l'altro progressioni verticali da D/1 a D/3 non si sono mai sentite) né si possono indire nuovi concorsi in quanto a partire dal CCNL 2018 l'inquadramento iniziale da D/3 (che comunque molti enti, tra cui la Regione Toscana, avevano abolito già da anni) non è più ammesso. A mio avviso però la regola al riguardo contenuta nel CCNL 2018 ha valore retroattivo in quanto non si tratta di norma prescrittiva, ma di interpretazione autentica: in sostanza si dice (o meglio si ribadisce) che la distinzione D/1 e D/3 riguarda solo chi era stato assunto con il previgente regime, che distingueva le qualifiche funzionali di accesso alla carriera direttiva in VII e VIII, mentre i nuovi ingressi sono ammessi solo da D/1, ferme restando le posizioni soggettive di coloro che, in questi anni, sono stati fatti partire da D/3.
Ora, secondo voi, cosa posso fare per superare questo problema?
Il mio timore è quello di dovere abbandonare completamente l'idea di poter transitare nei ruoli di un'amministrazione statale (ministero, agenzia fiscale etc.), poiché, una volta declassato a istruttore direttivo, non potrò tornare a essere funzionario.