14-09-2018, 10:10
Vorrei chiedere il motivo per il quale l'Aran nel parere ad un ente n. 12947 sostiene l'obbligatorietà della pausa di 30 minuti, quando al comma 1 dell'art. 26 del CCNL Funzioni Locali si parla di "diritto".
Provo a spiegare meglio:
se lavoro su 5 giorni con un rientro in una giornata di complessive 9 ore e ovvio che nelle restanti 4 supererò sempre le 6 ore.
Ora sembrerebbe che il dipendente sia obbligato a rientrare a casa mezz'ora più tardi perché deve "beneficiare di una pausa di almeno 30 minuti al fine del recupero delle energie psicofisiche e della eventuale consumazione del pasto"... questo anche se lui il pasto lo avrebbe voluto tranquillamente consumare a casa.
La domanda è questa: ... ma è un "diritto" e come tale facoltà del dipendente e obbligo per il datore di lavoro ... oppure un "obbligo" anche per il dipendente in quanto "diritto indisponibile"? E nel caso si debba considerare un "diritto indisponibile" ... non si dovrebbe far riferimento ai soli 10 minuti previsti nell’art. 8 del d.lgs. 66/2003... almeno per quegli enti che non hanno previsto né la mensa né il buono pasto sostituivo?
Provo a spiegare meglio:
se lavoro su 5 giorni con un rientro in una giornata di complessive 9 ore e ovvio che nelle restanti 4 supererò sempre le 6 ore.
Ora sembrerebbe che il dipendente sia obbligato a rientrare a casa mezz'ora più tardi perché deve "beneficiare di una pausa di almeno 30 minuti al fine del recupero delle energie psicofisiche e della eventuale consumazione del pasto"... questo anche se lui il pasto lo avrebbe voluto tranquillamente consumare a casa.
La domanda è questa: ... ma è un "diritto" e come tale facoltà del dipendente e obbligo per il datore di lavoro ... oppure un "obbligo" anche per il dipendente in quanto "diritto indisponibile"? E nel caso si debba considerare un "diritto indisponibile" ... non si dovrebbe far riferimento ai soli 10 minuti previsti nell’art. 8 del d.lgs. 66/2003... almeno per quegli enti che non hanno previsto né la mensa né il buono pasto sostituivo?