Pervengono all’Ufficio Ragioneria per gli impegni determine avente tra l’altro il seguente tenore:
“impegnare la somma di € 10.000 oltre iva se e come dovuta per legge per i lavori di cui in premessa indicati”.
Respingo al Settore di provenienza tali atti dicendo di determinare esattamente la somma da impegnare,in quanto chi effettua l’impegno nella procedura informatica deve avere esattamente già la somma determinata .
L'impegno è un numero e non l'interpretazione di un'espressione letterale.
Alcuni Capi Settori rispondono che non sono Ragioneri!
Si chiede chi è tenuto alla determinazione dell’iva?
GRAZIE
IN LINEA GENERALE RITENGO CHE LA TUA INTERPRETAZIONE APPARE CORRETTA NEL SENSO CHE NELLE DETERMINAZONI DI IMPEGNO ANDREBBE INDICATA LA SOMMA CON E SENZA IVA.
COMUNQUE IN SEDE DI CONTROLLO DI R.A.C., TRA LE NOSTRE INCOMBENZE (OVVERO DI NOI RAGIONIERI), RIENTRA SICURAMENTE LA VERIFICA DELLA CORRETTA APPLICAZIONE DELLA NORMA FISCALE, PER CUI, SE UN DIRIGENTE IMPEGNA 10.000 EURO PIU' IVA, SENZA INDICARE NULL'ALTRO, STA A NOI SOLITAMENTE DETERMINARE L'ALIQUOTA E FARE IL SEMPLICE CALCOLETTO, SEMPLICE PER NOI MA NON PER LORO.
PER QUANTO MI RIGUARDA, NELLA MIA ATTIVITA' DI RAGIONIERE, MI ATTENGO A QUANTO SOPRA TI DICEVO, NEL SENSO CHE SE NON MI INDICANO IL TRATTAMANTO FISCALE CE LO METTO IO, SE ME LO INDICANO ME LO CONTROLLO COMUNQUE!
QUINDI, IN OGNI CASO CE LA VEDIAMO NOI, TANTO VALE "FARLE PASSARE"!
SALUTI
NOn sono perfettamente in linea con Gennaro.
L'impegno di spesa sul capitolo di spesa deve essere omnicomprensivo e come tale prevedere anche l'Iva il cui calcolo pertanto spetta al dirigente che sottoscrive l'atto d'impegno.
Certamente esiste un nostro controllo fiscale che investe però più la liquidazione che non l'impegno di spesa.
A mio parere, pertanto è il singolo dirigente che deve definire l'aliquota da applicare ed effettuare tutti i calcoli ( non occorre un ragioniere ma uno scolaro di scuola superiore) moltiplicando imponibile ed iva.
Ciò vale anche nelle opere pubbliche in cui la voce IVA del Quadro economico è diversa da quella dei lavori.
I tecnici sono capaci di calcolare ed imputare dette somme nel loro Q.E. ed hanno poi difficoltà quando si tratta di compilare la determina?
Sono d'accordo con D'Aristotile. Credo che la ragioneria mantenga un ruolo di controllo e supervisione del rispetto degli aspetti fiscali delle determinazioni, tuttavia è assolutamente inaccettabile la rinuncia a qualsiasi a competenza in materia da parte del settore proponente. I responsabili dei servizi devono conoscere perfettamente la materia di cui si occupano, sia negli aspetti amministrativi che fiscali. Il Ragioniere è in linea generale competente sugli aspetti fiscali di tutte le attività dei diversi settori, ma non può essere il responsabile unico e finale di tutto.
Troppo spesso la tipologia dei comportamenti evidenziati dal collega Vassallo, sopratutto nei piccoli enti, sono il frutto di prassi consolidate legate al principio inossidabile del "quieto vivere" oppure in certi casi anche alla volontà di garantire alla Ragioneria poteri superiori.
Resta indubbio che la soluzione definitiva non esiste e che in ogni ente esistono delle sfumature e delle esigenze non riconducibili a modelli organizzativi predefiniti. Il buon senso deve prevalere sempre, sia da parte della ragioneria sia da parte dei colleghi degli altri settori.
Nel caso in cui non ci si metta d'accordo credo che comunque il Ragioniere possa far valere il principio per cui l'atto di liquidazione deve essere inviato alla ragioneria completo e spetti al Ragioniere la verifica. In questo caso il Ragioniere rileverà e correggerà gli eventuali errori, che non potranno essere (impunemente) infiniti.
È evidente che suo caso Cascone avrà certamente trovato la soluzione più adatta al suo ente.
Hanno ragione i colleghi che sostengono che la determinazione dell'IVA faccia carico ai determinatori. Ci mancherebbe altro.
Sicuramente l'IVA la deve indicare il determinatore, ci mancherebbe altro.
Tra l'altro ci sono casi in cui la determinazione dell'aliquota non è così univoca. Penso, ad esempio, all'ipotesi dell'applicazione dell'aliquota del 4% per l'abbattimento delle barriere architettoniche nell'ambito di opere più vaste. In questo caso il ragioniere non avrà alcuna possibilità di determinare qual è l'imponibile da tassare al 4% e quale al 10%.
Più in generale, in tutti i casi in cui è necessario che il committente autorizzi il prestatore di servizi ad applicare norme agevolative in materia di imposte indirette, il ruolo di supplenza della Ragioneria diviene davvero complicato.