Una dipendente comunale è distaccata presso una società partecipata dall'ente al 75%. Ebbene, l'ente paga la retribuzione e, a fine anno chiede il rimborso alla società. La stessa dipendente viene impiegata dalla società in progetti di recupero somme ed altro; in questo caso l'importo che deve essere riconosciuto dall'utilizzatore della dipendente, versato all'ente, comprensivo di contributi e pagato da quest'ultimo, in busta paga, utilizzando le partite di giro? Non deve considerarsi nel fondo salario accessorio dell'ente, perché l'attività è scollegata da questo ed inoltre, se alla stessa l'amministratore vuole concedere un importo più alto rispetto all'anno precedente, dovrebbe poterlo fare in piena autonomia. Farlo pagare direttamente dalla società non penso possa considerarsi come alternativa, perché la posizione contributiva è in capo all'ente ed inoltre, la dipendente con il cumulo dei redditi, pagherebbe l'imposta in unica soluzione. Grazie
Sulla possibilità di distaccare un dipendente comunale ad una società partecipata si hanno dei dubbi, stante che la società non è una PA. Se la società rimborsa all'ente il salario di questo dipendente, siamo comunque in presenza di un comando. Il mio suggerimento è di comportarsi in modo analogo ai comandi tra le PA: il salario accessorio collegato alle attività svolte viene deciso e finanziato dalla società, che comunica all'ente quanto lo stesso debba anticipare a questo titolo. Queste risorse non entrano a mio avviso nel fondo dell'ente in quanto sono connesse a prestazioni svolte per conto di altro soggetto, mentre devono essere previste nel fondo per il salario accessorio di tale soggetto.
Arturo Bianco
c.a. dott. Bianco.
[align=justify]In caso di distacco, a chi compete il pagamento dell'indennità di responsabilità?.
Nel caso concreto sono stato distaccato "stabilmente presso l'Ufficio di Piano" dell'Ambito territoriale, per la gestione associata del Piano sociale di zona (L. 328/2000).
Precedentemente percepivo dal mio Comune l'indennità di responsabilità (essendo inquadrato in posizione giuridica D1 o ed economica D4).
Da quando sono in distacco (2013) con sede di servizio presso il Comune capofila, il Comune dal quale dipendo si rifiuta di corrispondermi l'indennità di responsabilità, affermando (per la verità lo afferma il titolare di PO) che tale indennità spetta al Comune capofila.
Ho presentato richiesta al Coordinamento istituzionale, che si è espresso anche negativamente, motivando con il parere del segretario comunale che l'indennità di responsabilità (parte del salario accessorio) compete al Comune dal quale dipendo.
Alla ulteriore richiesta il titolare della PO ha risposto negativamente.
Chiedo cortesemente: quale possibilità ho di risolvere la questione che, com'è noto, incide anche sugli aspetti previdenziali.
grazie.
Il salario accessorio deve essere deliberato dall'ente che utilizza il dipendente in quanto collegato allo svolgimento di specifiche attività; la sua corresponsione da parte dell'ente da cui si dipende e che non utilizza il dipendente determinerebbe la maturazione di responsabilità. Oltre al contenzioso, la sua possibilità è quella di negare il consenso al comando e, quindi, dare corso alla scadenza al ritorno presso il proprio ente.
Arturo Bianco
c.a. dr. Bianco
Cortesemente, avrei bisogno di capire meglio la Sua risposta.
Nella gestione associata ex art. 30 c. 1, D.Lgs 267/2000, qual è l’ente che utilizza il dipendente ?
Non può essere il Comune capofila che ha la delega per la gestione del Piano sociale di zona. La convenzione intercomunale, che regola i rapporti con tale Comune, prevede, sulla base delle direttive regionale contenute nel PRPS, che gli enti associati possono (anzi debbono) destinare alle attività dell’Ufficio di Piano proprio personale di ruolo, con precise responsabilità e professionalità. Il Comune per il personale dipendente così utilizzato riceve anche una corrispondente decurtazione di compartecipazione economica alla gestione associata.
Le particolari responsabilità, che dovrebbero essere indennizzate con il salario accessorio, le indicazioni del PRPS parlano addirittura di indennizzare le P.O., rivengono tutte dalla normativa regionale ed in particolare del PRPS.
L’Ufficio di piano ha un suo regolamento che è allegato alla convenzione intercomunale ed è composto da 3 unità di ruolo, tra cui chi scrive.
Nella suesposta situazione, presumo, non ci sono le condizioni per “negare il consenso al comanda”, posto che, secondo una mia modesta interpretazione, per particolari esigenze, l’ente dal quale dipendo ha deciso semplicemente di spostare la mia sede di lavoro presso l’Ufficio di piano, allocato, per convenzione intercomunale, presso il Comune capofila.
Il consenso al comando e/o al distacco appartiene comunque alla sfera delle scelte del dipendente e, quindi, può non darsi comunque corso allo stesso.
Ribadisco che il salario accessorio deve essere sostenuto, nel caso di comando, dall'ente che utilizza; nel caso di distacco gli oneri sono sempre e comunque a carico dell'ente da cui si dipende. Nel caso di gestione associata, se l'attività è svolta presso l'ente capofila diverso da quello da cui si dipende, occorre applicare le stesse regole in vigore nel caso di comando. Le stesse regole si applicano anche ai responsabili titolari di posizione organizzativa. L'ente che utilizza è quello presso cui si svolge l'attività ed alla quale la stessa è diretta: nel caso di gestione associata del PRPS è il comune capofila.
Arturo Bianco